Trasmigrazione stellare

12 06 2010

‘sta sera ho assistito a qualcosa che definirei trasmigrazione stellare.

Mi spiego.

Io, Chiara e Ele

il posto,

quello “piacevole” e rilassante scoperto oggi stesso,

dove dopo due secondi che siedo al tavolo mi viene voglia di togliermi le scarpe e sentire sotto i piedi la consistenza dell’erba,

il posto,

da dove il lago si intravede incorniciato tra un paio di alberi imponenti

dove il tipo del bar ‘sta mattina ci ha offerto la nuova fanta fiesta che sapeva di amarena

o anche di sciroppo per la tosse

e, sarà stato il clima o la mattinata particolarmente piacevole,

sarà stato il vento che faceva increspare le onde del lago solitamente calmo rassomigliandolo al mare,

che contemporaneamente io e Chiara ci siamo ritrovate in bocca la consistenza della grattachecca, all’amarena, per l’appunto.

Visioni gustative.

Posto perfetto per leggere o godere del silenzio, così rannicchiato com’è su quella sorta di cucuzzolo, di vedetta semideserta e di notte semi-illuminata.

E allora che fai, non ci torni anche a cena?

Dicevo, la trasmigrazione.

Non c’entra certo la primus appena versata aspettando brochettes e ibirai, sia chiaro.

Con la coda dell’occhio noto un puntino luminoso, del tutto identico ad una stella, che si muove velocissimo.

Ne noto poi un altro, e poi un altro ancora.

Ora, una stella cadente prima o poi scompare,

un aereo non va così veloce

e soprattutto ne passa uno, non dieci e tutti in direzioni diverse.

E tutto questo traffico, non su questi cieli, no!

E allora cos’altro se non una trasmigrazione di stelle?

Magari uno sciame migratorio di passaggio per questi cieli e diretto su altre galassie.

O forse stelle cadenti pronte a tuffarsi nell’emisfero nord.

Satelliti in missione?

Ufo diretti sur cupolone?

Chi lo sa.

In direzione nord sta sera non brillava la luna, ma una stella luminosissima, la chiamano satellite, devo scoprire cos’è.

Qui le stelle sono bianche

rosse

blu

azzurre.

Alcune brillano così tanto che sembrano muoversi.

Puntinismo galattico, ecco cosa nasconde l’eccessiva illuminazione dell’emisfero boreale.